Come fare grandi fori nel calcestruzzo

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Come fare grandi fori su una parete in calcestruzzo

Fare dei grandi fori nel calcestruzzo può essere un’operazione  facile o difficile a seconda della tecnica e dei mezzi che si impiegano. Fino a non molti anni fa, l’unico sistema era quello del mazzuolo e scalpello (tuttora, in taluni casi, non sostituibili). Oggi, invece, con i trapani a percussione, è possibile eseguire anche ampi fori con rapidità e con la minima fatica. In ogni caso, quando si deve praticare un foro nel cemento (ma lo stesso vale per la pietra e altri materiali altrettanto duri) il procedimento da seguire deve rispettare alcune regole generali ben precise. 

Adoperare lo scalpello

Prima di iniziare si deve tracciare con un lapis sul calcestruzzo il contorno dell’apertura che si intende praticare e intorno a questo tracciarne un altro di dimensioni maggiori, ma della stessa forma (ad esempio, una quadrato più grande che ne racchiuda uno più piccolo). Questo in quanto, inevitabilmente, il foro, con il procedere verso l'interno, tende a farsi più stretto, per cui si deve cominciare con una certa abbondanza affinché la sezione finale sia quella voluta.

Si deve iniziare a lavorare con uno scalpello a punta acuta, battendo col mazzuolo, dall'esterno verso l’interno. Non si deve battere con grande forza, perché il risultato non sarebbe migliore: molto meglio colpi precisi e ripetuti.

Quando la superficie è scalfita a sufficienza e la punta penetrata, si può cambiare lo scalpello e adoperarne uno a punta diritta; questo permette un lavoro più regolare.

Se, durante il lavoro, si incontra una pietra particolarmente dura, invece di batterci sopra per romperla si deve cercare di lavorarci tutto intorno per scalzarla. Così si fa meno fatica, anche se il foro risulterà più grande.

Se il foro si sta facendo su una parete in cui è possibile lavorare anche dalla parte opposta, è senz’altro conveniente farlo. In questo caso, basta prendere accuratamente le misure in modo che i fori siano perfettamente corrispondenti.

Uso del trapano a percussione e del trapano-martello

Il lavoro viene senza alcun dubbio facilitato se si impiega un trapano a percussione. In questo caso non si deve necessariamente tracciare un segno più ampio delle dimensioni del foro. Lungo il suo perimetro e all’interno, si praticano diversi più o meno piccoli fori con la punta da cemento così da creare una superficie fragile e traforata.

Quindi, con lo scalpello piatto e lavorando sempre dall’esterno, si deve asportare il calcestruzzo restante, il quale si sbriciolerà, indebolito com’è da tutti i fori.

La soluzione più radicale è data dall’utilizzare un trapano-martello perforatore, appositamente progettato per fori nel cemento. Questo si differenzia dal normale trapano per il minor numero di colpi a minuto e per l’urto molto superiore. Con il trapano-martello si utilizzano punte di grosso diametro e la penetrazione è talmente facile che il calcestruzzo si può totalmente asportare semplicemente facendo fori molto ravvicinati fra di loro.

Controllare, infine, che la sezione del foro, nel punto che è più stretto, sia larga quanto voluto e far saltare via, adoperando uno scalpello piatto, eventuali spuntoni di pietra.

Tutti gli attrezzi che si possono adoperare

Gli scalpelli per fare fori nel calcestruzzo e malte cementizie possono avere la punta acuta o piatta. Entrambi i modelli sono prodotti in diverso diametro e lunghezza. In commercio sono anche reperibili particolari paracolpi da inserire sul gambo dello scalpello per riparare la mano. Ci si deve ricordare di indossare guanti e occhiali protettivi.

Il trapano a percussione, con punta da calcestruzzo (diametro normale da 4 a 10 mm), durante la rotazione del mandrino percuote la parte da forare con una altissima frequenza di colpi (dai 30mila ai 70mila al minuto, a seconda del modello). Il moto battente del mandrino è ottenuto con un sistema meccanico. Le punte hanno delle placchette in metallo extraduro (carburo sintetizzato) e permettono la penetrazione anche in marmo e materiali ceramici.

Il trapano-martello sfrutta un particolare sistema elettropneumatico di generazione dei colpi. Questi sono circa 4500 al minuto, molto meno frequenti, ma molto più potenti di quelli di un normale trapano a percussione. Inoltre è dotato di un particolare mandrino a inserzione rapida delle punte.

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